Il tennis non mente. E non lo facciamo nemmeno noi, dicendo che quella tra Facundo Mena e Andrej Martin non è certo la finale che questa mattina auspicavamo per il Challenger di Como, ma è senza dubbio la più giusta. Nello sport della racchetta nulla si inventa. Lo slovacco e l’argentino avevano saltato la trasferta americana per le quali degli Us Open (al contrario di Stefano Travaglia e Alessandro Giannessi), rimanendo sulla terra rossa, e alla prova del campo hanno avuto ragione. Gli azzurri partivano favoriti in entrambi i match, ma fin da subito si è capito che i valori erano ribaltati rispetto a quanto diceva la classifica.

Partiamo da Martin, giocatore che in tutta la settimana – a Como – non ha sbagliato nulla. Solido, determinato (cosa che non sempre in passato gli è capitata), voglioso di andare avanti e vincere. E l’ha fatto, di fronte a Travaglia, numero 80 al mondo, con discreta facilità. Il punteggio è stato di 6-2 6-1. Martin aveva vinto i due precedenti sulla terra con il marchigiano, e non poteva essere un caso. A Villa Olmo si è visto. Domenica scorsa era arrivato in finale a L’Aquila perdendo da Collarini, argentino. Domani ci riproverà contro un altro argentino, Facundo Mena. Dovesse vincere, tornerebbe sulla soglia dei primi 100 al mondo.

Proprio Mena, è stato la vera rivelazione del torneo edizione 2019. Non è arrivato in finale per caso. Il tabellone era difficile, gli avversari di valore, eppure ha passato turno dopo turno cancellando ben quattro teste di serie: Lorenzo Giustino (la numero 5), il connazionale Facundo Bagnis (la 9), il campione del 2017 Pedro Sousa (la numero 3) e oggi Giannessi, numero 8 del tabellone. Partita strana, vissuta di parziali e contro-parziali. Dal 2-2 si è così andati al 6-2 Mena, poi al 6-1 Giannessi, infine ancora 6-2 Mena.

Un tennista argentino non arrivava in finale a Como dal 2009, quando Juan Martin Aranguren perse da Oleksandr Dolgopolov. Per vedere una vittoria sudamericana bisogna risalire all’anno prima, con il successo di Diego Junqueira. Martin parte favorito, ma anche negli altri match Mena non godeva dei pronostici…

Nel doppio invece, nulla da fare per i cugini Andrea e Federico Arnaboldi contro i forti Florin Mergea (Romania, arrivato in carriera ad essere numero 7 al mondo della specialità) e Andre Begemann, tedesco campione uscente del “Città di Como” in coppia con Dustin Brown. Il punteggio è stato di 6-2 6-3. In finale sfideranno il brasiliano Fabricio Neis e Pedro Sousa (Portogallo), che dopo aver vinto il torneo lariano in singolare (nel 2017) proverà ora a ripetersi in doppio. La giornata di domani sarà aperta alle 14 dalla finale proprio di quest’ultima specialità. Non prima delle 16, sarà la volta del singolare.

Tornando a Mergea, qualche parola in più bisogna dirla sulla sua carriera fatta di oltre 500 vittorie in doppio nel circuito internazionale Atp e Itf. Ha giocato due semifinali Slam a Wimbledon e al Roland Garros, e i quarti di finale a Us Open e Australian Open. E’ una stella di questa specialità, e ha giocato anche nelle Finals e pure alle Olimpiadi di Rio vincendo la medaglia d’argento dietro Marc Lopez e Rafa Nadal (piegato solo al terzo set per 6-4). Insomma, anche nella finale di doppio (inizio alle 14) lo spettacolo sarà garantito.

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About Author

Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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