Francesca Schiavone: “Sinner mi supererà, sogno di vincere anche da coach”

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“Sinner? Starei sdraiata tutto il giorno sul divano a guardarlo giocare. Lui mi supererà in classifica (è stata numero 4 al mondo, ndr), sarà un futuro vincitore di slam e numero 1 in classifica“.  “Cosa mi piacerebbe fare in futuro? Vincere un altro slam, questa volta come coach, ma prima di tutto mi auguro di stare bene”.

Francesca Schiavone, regina del Roland Garros nel 2010, ha parlato ieri sera in diretta Facebook con Gianluca Bolognino sulla pagina dello Junior Tennis Training di Concagno (dove Bolognino è direttore tecnico). Un’ora di collegamento, con decine di appassionati in ascolto, in cui è stata ripercorsa l’epoca d’oro del tennis femminile in Italia (Bolognino era stato componente della squadra delle meraviglie in Federation Cup, tre volte vincitrice dal 2004 al 2010) ma si è parlato anche del presente.

Compreso, appunto, Jannik Sinner, giocatore emergente del panorama mondiale seguito dal coach comasco Riccardo Piatti: “Ha davvero tutto – ha detto la Schiavone – Deve migliorare solo un po’ a rete e la parte fisica, ma ha un margine incredibile. Sarà il numero 1 al mondo e vincerà slam. Mi piace anche il suo atteggiamento, ha una forza di volontà equilibrata, è ordinato ma dentro ha il fuoco“.

“Non credo che sia un caso che Sinner, come Seppi del resto, vengano dallo stesso territorio. Le loro famiglie sono state molto da parte, il genitore deve fare il genitore, volere bene al proprio figlio, accettarlo per quello che è ma anche lasciarlo andare. Questo voglio dire ai ragazzi: andate e prendetevi il vostro futuro“.

Oggi Francesca ha aperto un bistrot sui Navigli a Milano: “E’ un momento molto difficile per tutti – dice – Il nostro è un locale che ti coccola, come fosse un piccolo club”. Eppure il tennis rimane il tennis: “Quando entro in campo mi sento a casa, so dove mettere le mani e so cosa dire”. Poi uno sguardo all’attività di oggi nel mondo della racchetta: “I ragazzi e i genitori vogliono tutto subito. Io invece dico che prima devono divertirsi. I bambini devono essere lasciati liberi di godersi questo sport”.

E i maestri? “Serve molta più istruzione e preparazione di quella che hanno. Non me ne vogliano, il loro è un lavoro duro, devono non solo guardare tutti i bambini ma organizzare anche le cose, ma la formazione è fondamentale e ce ne dovrebbe essere di più. Servirebbero anche più investimenti sulla formazione. La differenza tra il tennis giovanile e quello Pro? Ogni fase è bella, e in ogni fase prima della discesa c’è la salita, dettata dal lavoro. E il maestro deve stare molto vicino al ragazzo e dargli fiducia, deve migliorargli la parte tecnica ma anche fargli trovare una propria identità“.

Un consiglio? “Ogni atleta ogni anno deve crescere almeno il 10% rispetto ai dodici mesi precedenti. Solo così si può rimanere al passo in uno sport altamente competitivo. E per i maestri consiglio di formarsi di più, come ho già detto, ma anche di scambiarsi esperienze con altri colleghi, istruirsi, è l’unico modo per crescere”.

“Il confronto tra la mia generazione e quella di oggi? La mia era molto più rispettosa. Non basta saper tirare il diritto e il rovescio, bisogna ricordarsi che siamo un esempio per i giovani che ti guardano e ti prendono come punto di riferimento. Bisognerebbe insegnare anche i valori umani, non solo la tecnica”. Poi la chiosa, già annunciata in apertura: “Cosa sogno per il mio futuro? Di vincere un altro slam, questa volta da coach. Ma prima di tutto mi auguro di stare bene”.

In chiusura una curiosità: Francesca Schiavone, per qualche anno è stata anche la tennista numero 1 proprio della provincia di Como. In pochi sanno infatti che per più di una stagione è stata tesserata per i colori dello Junior Tennis Training di Concagno, il club che ieri sera l’ha ospitata sulla sua pagina social.


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About Author

Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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