Più che soffermarci sulla storia del tennis, sul dibattere se king Roger sia o meno il più grande di tutti i tempi (discorso per noi impossibile da fare, vista la differenza abissale tra lo sport della racchetta di ieri e di oggi), a noi piace fermarci un attimo a pensare alla morale che è emersa dal match: mai mollare, crederci sempre.
E’ valsa per Federer, che sembrava ormai lontano dalla possibilità di rivincere uno slam. Sarebbe valsa per Nadal, martellato dagli infortuni e reduce da una stagione che l’aveva relegato in seconda fascia. Invece la tenacia di questi due campioni è stata una lezione per tutti. Perché conta ovviamente il talento ma senza quella cosa rossa che batte nel petto, al massimo si passa qualche turno.
Bella poi la sportività dei due contendenti, da esempio per altri tennisti non solo tra i Professionisti ma anche tra i giocatori di circolo e tra gli Under. Sì, insomma, se si scimmiottano i campioni in tutto (nel modo di vestire, nel modo di giocare, nei tic) perché non farlo anche per come si comportano in campo?
Fatta questa lunga premessa, vogliamo complimentarci in questo post con il 75% dei lettori de iltenniscomasco.it che ha indovinato il pronostico.
Poi, con la fotogallery che alleghiamo all’articolo, mostriamo (grazie all’aiuto di Simone Brenna, comasco che ci lavora) come l’Accademia di Rafa Nadal a Manacor ha vissuto oggi la finale degli Australian Open.
Infine due messaggi social del nostro miglior giocatore, Andrea Arnaboldi – vicino al rientro alle gare (ha saltato tutta la prima parte di stagione) – e del nostro miglior coach, Riccardo Piatti. Per quest’ultimo è stata una giornata particolare.
Sulla panchina di Federer c’era infatti il suo storico “pupillo” Ivan Ljubicic, su quella di Nadal Carlos Moya, proprio gli ultimi due tecnici che hanno affiancato Piatti nel lavoro con il canadese Milos Raonic.
La speranza (che è pure un augurio) e che presto possa toccare al Nordamericano far festa per il successo in uno slam… e con lui anche al coach comasco.