Stiamo parlando della possibilità di utilizzare o meno i palloni pressostatici per fare attività agonistica in tempi di limitazioni dettate dal Covid-19. Crediamo che la questione sia ben nota a chi sta leggendo il post, non fosse altro che – a poche ore dall’apertura delle scuole tennis – il problema non è stato affatto risolto.
A pagare dazio – e a scoperchiare un guaio ben noto a tutti – è stato il Tennis Club Rovellasca che, con una comunicazione pubblicata in queste ore sul proprio sito Internet – ha annunciato la cancellazione del torneo di Seconda categoria in calendario dal 26 settembre all’11 ottobre.
“Tale decisione, nostro malgrado – scrive il circolo – si rende necessaria stante il vuoto legislativo relativamente alla possibilità di giocare manifestazioni agonistiche su campi da tennis coperti con palloni pressostatici. Inviamo le nostre più sentite scuse a tutti gli atleti, promettendo di rimettere in calendario la manifestazione appena possibile, continuando la tradizione del nostro circolo che vede nell’organizzazione di tornei agonistici un punto fermo”. Alla manifestazione, per la cronaca, si erano iscritti oltre 100 giocatori (103 per la precisione).
Il “vuoto legislativo” di cui si parla fa riferimento alla mancanza di linee guida, da parte della Regione Lombardia, in merito alla possibilità di giocare sotto i palloni. I decreto del 7 settembre scorso, ancora in vigore, faceva infatti riferimento alla possibilità di giocare al coperto a patto di garantire una “adeguata areazione”. Altre regioni, tra cui l’Emilia, hanno poi definito questa areazione, quantificata in almeno 60 metri cubi di aria per ogni persona. Un elemento che consente ai club di poter effettuare tornei di tennis sotto i palloni senza assumersi eventuali e ulteriori rischi.
In Lombardia, invece, tutto tace e nessuno è in grado – ad oggi – di spiegare come si dovrà fare e quali regole dovranno essere tenute. Ribadiamo, tra l’altro, che tra poche ore si apriranno le scuole tennis, aggiungendo, casomai ce ne fosse bisogno, che la nostra regione in autunno e in inverno non può essere certo paragonata ad altre della Penisola dove i palloni non sono necessari per svolgere le attività. Magari, insomma, sarebbe ora di far sapere qualcosa.