Era successo allo sbandierato Elias Ymer all’esordio, uscito dal campo con quattro game all’attivo. E’ ricapitato oggi al nostro Andrea Arnaboldi che pure per circa un’ora aveva giocato un gran match, andando avanti per 6-3.
Invece passa Sousa, in rimonta, con il punteggio di 3-6 6-3 6-2. Ma se i demeriti eventuali del canturino andranno scandagliati con il coach nello spogliatoio, noi ci soffermiamo sulla qualità dell’avversario che pur senza avere un colpo risolutore è un moto perpetuo difficile da scalfire.
Sousa, portoghese di Lisbona, sta vivendo la sua migliore stagione, è in fiducia e si vede. In campo non parla, al massimo agita i riccioli in segno di disappunto, e non si scompone mai. Oggi è numero 127 al mondo, ha vinto 11 degli ultimi 12 match disputati, ottenendo il successo nel Challenger di Liberec e la finale a Tampere.
“Io ho giocato un ottimo primo set – ha poi commentato Arnaboldi al termine, uscendo dal campo – Ma lui è stato molto bravo, ha giocato bene come del resto sta facendo da tutto l’anno. E’ in fiducia e si vede”.
Ora ad attenderlo c’è il campione uscente Kenny De Schepper. Un altro giocatore che le partite non le molla mai, nemmeno sotto tortura. Sarà una battaglia. E noi ce la gusteremo con quel retrogusto amaro lasciato dalla possibilità sfumata di poter vedere Arnaboldi nei quarti di Como.