Eccoci qui, al termine di una giornata lunghissima. Vorremmo iniziare con il tirarcela un po’, dicendo che abbiamo azzeccato i pronostici, sia dei semifinalisti che dei finalisti. Ma mentre scriviamo, e dopo aver salutato da poco Corentin Moutet da noi ribattezzato “il pianista” (per chi non l’avesse visto c’è un video sulla nostra pagina Facebook), ammettiamo che un po’ ci dispiace e che facevamo il tifo per lui.

Sì va bene, in campo non è sempre un lord inglese, ma il suo talento ci ha ammaliato e tutto sommato anche la sua personalità dentro e fuori dal campo. Sapevamo che contro Pedro Sousa – portoghese tifoso del Benfica, con tanto di tuta d’ordinanza della squadra – sarebbe stata dura.

Sousa arrivava – sulla terra – da 13 vittorie su 14 match, con un successo nel Challenger di Liberec e una finale a Tampere. E’ inoltre nel suo miglior momento della carriera e anche a Como aveva dimostrato, nei turni precedenti, di esserci arrivato per vincere. Moutet tuttavia all’impresa è andato più che vicino.

Perché vinceva 6-4, e pareva in controllo anche nel secondo parziale prima che il vento girasse. Insomma, alla fine dopo 2 ore e 20, il francesino partito dalle quali è uscito dal torneo e la finale sarà tra Sousa e Marco Cecchinato. Il siciliano di riproverà, dodici mesi dopo il ko in tre set contro Kenny De Schepper.

Oggi Cecchinato ha vinto una grande partita, giocata benissimo da tutti e due i contendenti, lui e il serbo Filip Krajinovic. Nessuno voleva cedere, pochissimi gli errori gratuiti, molti i punti costruiti ad arte. Insomma, 2 ore e 40 di spettacolo tennistico che hanno appagato gli occhi.

Sì, insomma, questa edizione 2017 del Challenger di Como la porteremo nella memoria per molto tempo. La sensazione è che tra qualche anno (mese?) ne parleremo come quella che fu della finale tra Thiem e Carreno Busta. Molti dei giocatori visti in questi giorni in riva al Lago, a Villa Olmo non li vedremo più perché nel 2018 saranno in tabellone agli Us Open.

Una chiosa patriottica: l’Italia non vince il Challenger di Como dal 2006, anno in cui Simone Bolelli sconfisse il compianto Federico Luzzi. Domani sarebbe bello che l’incantesimo anti-tricolore del “Città di Como” si spezzasse. Lo meriterebbe anche Cecchinato che sul Lario gioca sempre al top e ha dimostrato in campo di tenere molto a questo torneo. Tutti a Villa Olmo domani a partire dalle 16.

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About Author

Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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