Sì va bene, in campo non è sempre un lord inglese, ma il suo talento ci ha ammaliato e tutto sommato anche la sua personalità dentro e fuori dal campo. Sapevamo che contro Pedro Sousa – portoghese tifoso del Benfica, con tanto di tuta d’ordinanza della squadra – sarebbe stata dura.
Sousa arrivava – sulla terra – da 13 vittorie su 14 match, con un successo nel Challenger di Liberec e una finale a Tampere. E’ inoltre nel suo miglior momento della carriera e anche a Como aveva dimostrato, nei turni precedenti, di esserci arrivato per vincere. Moutet tuttavia all’impresa è andato più che vicino.
Perché vinceva 6-4, e pareva in controllo anche nel secondo parziale prima che il vento girasse. Insomma, alla fine dopo 2 ore e 20, il francesino partito dalle quali è uscito dal torneo e la finale sarà tra Sousa e Marco Cecchinato. Il siciliano di riproverà, dodici mesi dopo il ko in tre set contro Kenny De Schepper.
Oggi Cecchinato ha vinto una grande partita, giocata benissimo da tutti e due i contendenti, lui e il serbo Filip Krajinovic. Nessuno voleva cedere, pochissimi gli errori gratuiti, molti i punti costruiti ad arte. Insomma, 2 ore e 40 di spettacolo tennistico che hanno appagato gli occhi.
Sì, insomma, questa edizione 2017 del Challenger di Como la porteremo nella memoria per molto tempo. La sensazione è che tra qualche anno (mese?) ne parleremo come quella che fu della finale tra Thiem e Carreno Busta. Molti dei giocatori visti in questi giorni in riva al Lago, a Villa Olmo non li vedremo più perché nel 2018 saranno in tabellone agli Us Open.
Una chiosa patriottica: l’Italia non vince il Challenger di Como dal 2006, anno in cui Simone Bolelli sconfisse il compianto Federico Luzzi. Domani sarebbe bello che l’incantesimo anti-tricolore del “Città di Como” si spezzasse. Lo meriterebbe anche Cecchinato che sul Lario gioca sempre al top e ha dimostrato in campo di tenere molto a questo torneo. Tutti a Villa Olmo domani a partire dalle 16.