L’impresa dell’anno non era così lontana. Ma alla fine Andrea Arnaboldi, dopo essere riuscito a rimettere in piedi una partita che lo vedeva sotto 6-2 5-4 e 40-0 con l’avversario al servizio, ha poi perso al terzo set per 6-2 5-7 6-4. A salvarsi, non senza aver sudato freddo, è stato l’indiano Ramkumar Ramanathan.

Si è svolta questa notte la semifinale del torneo Challenger di Tallahassee in Florida. Il canturino, reduce dalle qualificazioni e da sei vittorie consecutive, si è arreso dopo 2 ore e 34 minuti di gioco.

Incredibile – come detto – il modo in cui Arnaboldi ha rimesso in piedi la partita che poteva essere chiusa già dopo due set. Sotto 40-0 e con l’indiano che serviva per il match, ha annullato uno dopo l’altro i tre match point impattando poi 5-5 per allungare 7-5.

Altra svolta, in questo caso negativa, in apertura di terzo set quando il canturino ha potuto giocare una palla break che avrebbe potuto virtualmente chiudere il match. Ma è stato bravo l’indiano questa volta a ribaltare tutto con tre ace (10 in totale).

Il break decisivo sul 2-2, poi Ramanathan è riuscito a tenere le distanze fino al 6-4 che ha chiuso la partita, nonostante un’altra occasione per strappare il servizio all’avversario avuta dal giocatore brianzolo sul 4-3 per l’indiano. Alla fine insomma bravo Ramanathan ma bravo anche Arnaboldi. Che carattere e che settimana.

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Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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