Sembrerebbe la descrizione di un giovane talento, invece il buon Aslan di primavere ne ha 27, non proprio un giocatore di primo pelo. In carriera aveva vinto due Challenger e 10 tra Futures e Itf, ma soprattutto non era mai entrato nei primi 100 della classifiche Atp.
Eppure, confessiamo, un po’ (molto poco a dir la verità) lo conoscevamo e l’avevamo anche visto giocare. Dove? Al Challenger di Como nel 2019. Confessiamo anche (per onestà) che tuttavia, quel giorno, ci avvicinammo al campo non per Karatsev ma per guardare il suo avversario, il giovane tedesco Daniel Altmaier che ci aveva particolarmente impressionato al primo turno. Giocatore di grande talento ma bersagliato da una serie incredibile di sfortune e infortuni (anche a Villa Olmo si ritirò nei quarti).
Ed in effetti vinse proprio Altmaier, ma dopo un primo set spaziale di Karatsev ribaltato solo dall’abilità del tedesco in un rocambolesco 1-6 7-6 (5) 6-3. Fu una partita di alto livello, una delle più belle dell’edizione 2019 che vedeva al via anche Salvatore Caruso e Stefano Travaglia, ma che vide la vittoria alla fine del poco conosciuto argentino Facundo Mena.
Mai, quel giorno, avremmo potuto immaginare di ritrovarci di fronte a Karatsev in televisione, collegati con il campo degli Australian Open di Melbourne. Ma questo, in fondo, è il bello di uno sport pazzo come il tennis, dove spesso – a livello di giocatori – quello che sembra non è, e quello che non sembra invece è.
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