Uno spettacolo Nick Bollettieri. Il popolare coach, numero 1 al mondo tra i suoi colleghi, è stato l’autentico mattatore della giornata organizzata dal Circolo Tennis Cantù.

Arrivato in Corso Europa in perfetto orario, dopo aver fatto i complimenti alla cucina del ristorante dove ha pranzato, è sceso in campo per il clinic che ha visto alternarsi sui campi del club 32 ragazzi divisi in quattro sessioni.

Richiami, indicazioni, aneddoti, nulla è mancato in un pomeriggio di lavoro dove il coach non si è affatto risparmiato, guardando e consigliando anche i due astri nascenti del tennis comasco, l’under 18 Federico Arnaboldi (campione nel 2016 all’Avvenire) e l’under 16 Lorenzo Rottoli.

Bollettieri ha parlato ai ragazzi, ai tecnici, ma anche ai genitori: “Non chiedete mai a vostro figlio se ha vinto – ha detto il coach – Chiedete piuttosto se ha dato il massimo e se ha provato a migliorarsi”. E ancora: “Ragazzi, se non migliorate oggi lo farete domani, anche sbagliando, tutti sbagliano”.

Bollettieri, che nella sua carriera ha allenato 12 giocatori che sono poi diventati numero 1 al mondo tra cui Andre Agassi, ha poi ricordato episodi della propria vita (“Volevo fare il pilota, non passai il test, allora decisi di fare il paracadutista”) anche tennistica: “Allenavo un ragazzino. Aveva appena ottenuto una bella sponsorizzazione con un noto marchio. Scese in campo sentendosi bello e prese 6-0 6-2. Lo trovai a spaccare racchette in un bosco accanto al campo. Gli chiesi cosa faceva: mi rispose che non ce la poteva fare. Mi arrabbiai tantissimo. Non esiste questa frase. Quel ragazzino è diventato Agassi”.

La giornata si è conclusa con la firma degli autografi, le foto di rito, e un ulteriore messaggio ai ragazzi: “In campo non vergognatevi di avere paura e di essere nervosi. E’ comune a tutti. Mettete la palla in mezzo, muovete i piedi e ditevi che dovete superare il momento. Non tiratevi mai indietro e ce la farete”.

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Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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