Malore in campo: salvato dagli “angeli” e dalle manovre di rianimazione

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Quarti di finale di un torneo di tennis di questo piovoso autunno. Uno dei due giocatori si accinge a raccogliere una pallina da terra. Si accascia. Dall’altra parte della rete c’è un giovane comasco, a bordo campo suo padre che sta assistendo al match. I due si precipitano a soccorrere l’avversario.

Sta male. Ha perso conoscenza. Il padre – che lavora in un ospedale della provincia di Como – inizia a praticare il massaggio cardiaco. Il figlio chiama il 118. Un altro spettatore presente ad assistere al match, corre ad avvisare la segreteria del circolo.

Nel Club c’è il defibrillatore. Viene utilizzato. Dopo un lasso di tempo apparso lunghissimo – con il massaggio cardiaco che è proseguito – arriva l’ambulanza. I medici ringraziano il genitore. Senza di lui sarebbero state solo lacrime. Il giocatore viene soccorso e trasportato con l’elicottero in ospedale. E’ stato operato. La speranza è che possa andare tutto bene e possa riprendersi.

Il padre che è intervenuto aveva fatto il corso di pronto intervento sei anni fa. Aveva appena rifatto la parte orale, e proprio in questi giorni dovrà risottoporsi a quella pratica all’ospedale Sant’Anna di San Fermo. “Se guarirà, sarà stata la più bella delle vittorie”, si è limitato a dirci al telefono.

Abbiamo pensato molto se scrivere o meno questo post. Poi abbiamo deciso di farlo, anche se senza nomi. Per mandare un plauso a chi è intervenuto, ovviamente, e questo è scontato, ma anche per ricordare a tutti l’importanza dei corsi in cui vengono insegnate le manovre di emergenza per la rianimazione.

Scrisse un illustre comasco, Plinio il Vecchio: “Divino è per il mortale aiutare l’altro mortale”. E’ accaduto su un campo di tennis. In un giorno che i presenti non potranno mai dimenticare.

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About Author

Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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